QUOTATIONS
R. Francovich, Il contributo dell'informatica all'archeologia medievale, «Archeologia e Calcolatori» 1, 1990, 2-3.
Di tutto il segmentato e talvolta parziale lavoro informatico che, a diverse scale e su diversi livelli, viene ormai portato avanti in molte
aree della ricerca archeologica europea ed italiana, l'archeologia medievale si avvale sistematicamente. E non vi è dubbio alcuno che tutti
i processi di informatizzazione relativi ai più diversi aspetti del lavoro archeologico riguardino anche l'archeologia medievale con alcuni
elementi di peculiarità che sono dati da un lato dalla maggiore complessità del rapporto fra documentazione scritta (quantitativamente e
qualitativamente) e documentazione materiale e dall'altro dall'organicità del deposito archeologico postclassico con le strutture ancora in
elevato e non raramente ancora in uso.
In Italia quindi, come del resto in gran parte dell'Europa, si sta vivendo negli ultimi anni un profondo processo di trasformazione della
ricerca archeologica che evidenzia le irreversibili differenze delle diverse tradizioni: da un lato l'archeologia stratigrafica, volta a
ricostruire, attraverso lo scavo, la lettura degli elevati e le indagini di superficie, condotte in forma pluridisciplinare, le interrelazioni
fra uomo e ambiente, le dinamiche insediative, i processi tecnologici, i manufatti e le complesse relazioni socioeconomiche, in sostanza
facendo storia.
Dall'altro un'archeologia di tipo tradizionale focalizzata sugli aspetti prevalentemente storico-artistici e comunque
fortemente selettivi o "anormali", che tende, talvolta attraverso strumenti estremamente raffinati e pregnanti, all'individuazione di
"valori" e "significati" che vengono colti attraverso griglie interpretative che privilegiano il "prodotto finito" piuttosto che affrontare
la complessità del processo analitico della loro formazione.
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