QUOTATIONS
O. Ferrari, La catalogazione dei beni archeologici, «Archeologia e Calcolatori» 2, 1991, 13.
In relazione ai compiti propri dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione le problematiche della elaborazione automatizzata
dei dati concernenti i beni archeologici sono state necessariamente considerate nel quadro dell'unità concettuale e contestuale del
patrimonio culturale.
Pertanto, mentre si è voluta salvaguardare al massimo la specificità "disciplinare" dei dati archeologici, si è anche inteso assicurare la
possibilità di restituzione delle correlazioni sussistenti tra beni di diversa natura, sedimentati nel corso di un plesso cronologico
multimillenario e compresenti in contesti che si individuano quindi non già solo come entità geografiche, ma piuttosto come aree definite
culturalmente - anche nei loro variati dimensionamenti - dal succedersi delle vicende storiche.
Ciò ha forse in qualche misura limitato quell'affinamento dei dati che altri tipi di ricerca, particolareggiati su determinate categorie
tipologiche o su conchiuse fasce cronologiche, hanno consentito; e però quella della catalogazione è fondamentalmente una metodica d'indagine
che mira a far sì che il dato conoscitivo - comunque e quanto più possibilmente esatto - possa servire agli adempimenti peculiari della
tutela e conservazione del patrimonio culturale nelle sue componenti, certo, ma soprattutto nel suo complesso.
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